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Il Giornale attacca: "Il Real non gioca da provinciale come l'Inter"

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Messaggio Da sneijderman Ven Apr 29, 2011 5:36 pm

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Fonte: ilgiornale.it e fcinter1908.it

Lo hanno bacchettato, messo in croce, hanno cercato di distruggerlo giorno dopo giorno e solo perché l’Inter l’aveva scelto e lui aveva scelto l’Inter. A Josè Mourinho essere interista piaceva da pazzi. Aveva capito più di tanti altri che quando decidi di amare una squadra come quella sei solo, contro tutto, contro tutti. Per il suo 'ego' da supereroe i colori nerazzurri (da salvare) erano il massimo.

No, non gliel’hanno mai perdonato. E non riescono a perdonargli neanche la sconfitta con il Barcellona e quella domanda ripetitiva (‘Porque?’) quando concepibile se si considera che nelle ultime quattordici partite giocate contro i blaugrana, Mou ne ha giocate sette con un uomo in meno. Coincidenza, dicono. Chiedersi perché potrebbe essere legittimo. Anzi no, non lo è se tu sei Mourinho.

A ‘Il Giornale’ chiedono a Mou ‘Perché’ in tutte le lingue del mondo, rinfacciandogli di parlare di arbitri favorevoli a Guardiola e ai suoi senza nessun diritto. Ricordandogli i favori ricevuti l’anno scorso quando allenava Zanetti & co., quando ha affrontato Chelsea e Barcellona. Lui e le sue lamentele sono troppo per il quotidiano che gli ricorda: “Se una squadra gioca male è colpa del suo allenatore, è pagato per quello”. Addirittura nello stesso articolo Mou viene accusato di non essere in grado di rispondere quando le domande girano intorno al calcio e alla tecnica.

Il Giornale cerca di spiegare al tecnico dove sta il suo errore: “Perché non hai capito che il Real non è l’Inter?”, gli chiede Riccardo Signori. E dietro questa domanda si nasconde come sempre, il solito attacco alla squadra nerazzurra e al suo popolo reo di amare lo Special One e quello che è riuscito a fare quando li guidava in battaglia. “A Milano il Mourinho senza freno dell’altra sera, avrebbe sollevato ovazioni e trovato gente inginocchiata in adorazione. A Madrid non è piaciuto, il gioco della squadra ritenuto un insulto e la società ha adottato un silenzio istituzionale”, scrive il giornalista.

Già, poveri interisti tutti in adorazione davanti a quell’uomo venuto da Setubal che ha fatto l’impossibile. E l’impossibile non è stato vincere tutto con l’Inter. Mou non solo ha vinto tutto, ma ha fatto della società interista una società dalla mentalità vincente, capace di rispondere punto su punto a qualsiasi attacco mediatico. Prima di lui chi c’era riuscito? Nessuno. Questo è stato il suo vero miracolo.

Gli interisti come Mourinho si sono chiesti perché (lo hanno scritto su uno striscione ad Appiano) e quindi si meritano le stesse critiche della loro ex guida spirituale. “Al Santiago Bernabeu non si accontentano di un gioco con risvolti provinciali: vogliono vincere e giocar bene. Hanno fatto fuori allenatori, appena vinto lo scudetto. Hanno inventato la pañolada per disprezzare uno spettacolo non gradito. All’Inter Mou poteva rifilare qualsiasi tipo di gioco, tanto l’importante era vincere. Qui c’è palato più raffinato. Sta nel Dna del Real e dei suoi tifosi”, si legge nell’articolo del giornale.

Ed eccoci al punto. Ed eccoci agli interisti. Quei 'tifosotti' per i quali conta solo vincere e chi se ne importa del gioco. Come se vincere nel calcio non fosse tutto. Come se perdere non fosse stato rinfacciato agli interisti per una vita intera. Come se vincere tutto nella stessa stagione, e nessuno l'aveva mai fatto prima in Italia, fosse un’impresa da squadra di provincia.

Quando si leggono certi articoli, da un punto di vista nerazzurro ovviamente, non si può fare a meno di rabbrividire e di pensare che il 2010 sia stata un trionfo, una rivoluzione epocale. Il popolo nerazzurro ha vinto tutto e a qualcuno (a molti) non è piaciuto. Quelle tre (più due) vittorie, all’Inter e a gli interisti non le perdoneranno mai. Ma la domanda è ‘Porque’?
sneijderman
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